Per comprendere il keigo

Per comprendere il keigo (敬語) è fondamentale conoscere e capire la gerarchia sociale e l’interazione nel contesto dell’enunciazione in termini di status relativo.

I fattori che influiscono sul senso del rispetto avvertito dai giapponesi, in ordine di importanza sono:
- differenza d’età;
- posizione sociale degli interattanti;
- genere del parlante;
- tipo di relazione tra chi parla, chi ascolta e chi viene citato.


La relazione gerarchica principale è quella tra superiore, meue (目上, lett. “Sopra i propri occhi”), e inferiore, meshita (目下, lett. “Sotto i propri occhi”), e si manifesta anche nella classica dicotomia TU/LEI. Classica gerarchia meue/meshita (目上/目下) è quella scolastica senpai/kōhai (先輩/後輩), che si instaura ad esempio tra alunni di anni superiori/inferiori al proprio.

Ideogrammi meue (目上)/meshita (目下)

Altra tipica relazione gerarchica giapponese è anche quella uchi/soto (家/外), interno/esterno, basata sull’appartenenza di gruppo. I giapponesi usano il linguaggio non-keigo (stile piano, forma colloquiale o familiare) con le persone uchi (家, interne al gruppo come familiari intimi e amici) e il keigo (敬語) con le persone soto (外, persone considerate estranee). La relazione si spiega anche col significato delle parole: uchi (家), “interno”, viene utilizzato dai giapponesi per indicare la propria casa, il proprio luogo di lavoro o di studio, rappresenta il sé, il proprio mondo o contesto; soto (外), “esterno”, al contrario, rappresenta l’altro, un contesto lontano dal proprio gruppo.

Ideogrammi uchi (家)/ soto (外)
Nel sistema degli onorifici vengono contemplati anche i rapporti tra pari, che quindi condividono lo stesso status relativo.

Le gerarchie dei rapporti meue /meshita (目上/目下) e uchi /soto (家/外) vengono marcate in segno di rispetto e cortesia tramite la lingua che si adatta quindi alla distanza tra gli interlocutori e al contesto di un certo grado di formalità. Queste relazioni variano a seconda della situazione e del momento del dialogo, dipendono quindi dal contesto nel quale si deve rispettare la gerarchia perché potrebbe succedere che, con la stessa persona, in un determinato contesto, si debba rispettare questa relazione, mentre in un altro, no.
Questo chiarisce i rapporti imposti dalla cultura:

schema referente/destinatario e relazioni corrispondenti (cfr. Hudson 2011: 3691)


 

Nessun commento:

Posta un commento